Friday, 20 June 2008

Gli altri colori




E tu che con gli occhi di un altro colore,

mi dici le stesse parole d'amore....



Scegliamo qualcuno con cui vivere e pretendiamo di dimenticare gli altri colori......ci chiediamo e ci chiedono di ignorare le altre vite possibili. Così nell'incertezza che spesso mi accompagna ricordo le parole di Fabrizio sull'amore che ho amato sempre, e che non ho amato mai. E ricordo che sì, gli altri colori sono belli come il mio, o forse più belli, ma è per qualcos'altro che scegliamo, non per gli occhi......se fosse solo per gli occhi ne vorremmo sempre di nuovi. E invece so che è solo passeggera, questa urgenza di voler essere libera di cambiare occhi ad ogni brezza di vento. So che le braccia in cui voglio sentirmi cullata sono solo quelle, so che la mia casa è solo quella.

Thursday, 12 June 2008

La stagione che stagioni non sente


E te ne vai, Maria,
tra l'altra gente....
La cantava la mia mamma quand'ero bambina, insieme al Pescatore, a Dio del Cielo e alLa Canzone di Marinella. Poi quando sono diventata un pò più grande cantavamo insieme, Il Testamento di Tito, La Guerra di Piero e Anche Per Te di Battisti. Ho sempre cercato di capire che cosa mi avesse portato a fare dell'ingiustizia la più grande preoccupazione, e ragione, della mia vita. E forse il fatto che mia mamma non cantasse soltanto Stella Stellina è la risposta. I genitori ci costruiscono come se usassero mattoncini lego fatti di parole, sguardi e pomeriggi domenicali. E canzoni, anche.
La solitudine ho cominciato a capirla presto, la solitudine di per te che ancora notte e già prepari il tuo caffé, la solitudine del pescatore e dell'ultimo sole, la solitudine di Maria tra l'altra gente e di Piero, senza Ninetta ma con Millepapaverirossi. E Ave Maria mi ha sempre trasmesso principalmente questa sensazione di solitudine. Succede spesso con De André però, magari ascoltando distrattamente una canzone per la millesima volta, di vedere improvvisamente una nuova luce nelle parole. La stagione che stagioni non sente, la stagione di essere madre, è qualcosa che prima non riuscivo a capire. Almeno, capivo solo il post, il quando si è madre. Non potevo capire che l'essere madre potesse essere una stagione in sè, al di là dell'esserlo o no. E la parola stagione, con la sua accezione naturale e inevitabile, non aveva per me nessun significato particolare. Non sapevo. E invece da un anno almeno, senza averne desiderio conscio, la notte sogno spesso di essere madre. Sogno di cullare bambini, di essere chiamata mamma, di vestire mia figlia che va a scuola. E allora capisco che questa sia davvero una stagione, che il corpo ci chiama, ci chiede. Questa consapevolezza è sia bellissima sia terribile. Bellissima perché sento di poter amare moltissimo. Terribile perché mi ricorda la mia condizione di "essere", appartenente ad una specie che ha come unico scopo per lo meno certo il riprodursi. Il mio corpo cerca di non farmi dimenticare di questa stagione, è stato programmato per non farmi dimenticare e usa l'amore come esca. Terribile.

Sunday, 8 June 2008

La direzione



Qual'è la direzione,

nessuno me lo imparò

Cerchiamo ragioni, emozioni, confusioni, costruiamo gocce di senso in oceani di incertezza. Speriamo di capire fino a fare del capire l'unico senso.

Però dimentico spesso l'unica certezza dell'incertezza, il mondo a volte ci avvolge, tra cappuccini, latte to go e global inequalities sembra quasi di avere dei motivi validi. Sembra quasi che alla fine in fondo non importi proprio cosa ci sia al di là del niente, as long as I pretend not to see. A volte invece vedi, vedi dietro.. e allora un brivido ti scuote, e la mia direzione perde improvvisamente valore. Once again, in fondo cosa importa? Cosa cambia?

Saturday, 7 June 2008

Nemmeno su un fiore




Mai più mi chinai,

e nemmeno su un fiore...



Le distese di papaveri rossi nei campi vicino a casa sono una delle immagini più belle della mia infanzia. A volte solo nascosti tra il frumento, dove giocavamo a costruire stradine e labirinti, a volte veri padroni e punteggiati soltanto, qua e là, da qualche puntino bianco di camomilla. All'ombra dei fossi li ricordo vicini ai ranuncoli e ai nontiscordardimé, a volte agli iris gialli, alle bocche di leone selvatiche e quei fiori bianchi di cui non ricordo il nome.

Solo qualche anno fa ho scoperto che ci sono anche yellow poppies....li ho visti in uno dei quei giardinetti inglesi stupendi.

Poi sono un pò spariti...o forse sono sparita io. Non saprei dire da quanto non cammino più in cerca di fiori nei campi vicino a casa. Non saprei dire se riconoscerei la strada. E casa comunque non è più casa, quindi, dove cercare?

Ma da quanto tempo non sono più bambina?