Thursday 12 June 2008

La stagione che stagioni non sente


E te ne vai, Maria,
tra l'altra gente....
La cantava la mia mamma quand'ero bambina, insieme al Pescatore, a Dio del Cielo e alLa Canzone di Marinella. Poi quando sono diventata un pò più grande cantavamo insieme, Il Testamento di Tito, La Guerra di Piero e Anche Per Te di Battisti. Ho sempre cercato di capire che cosa mi avesse portato a fare dell'ingiustizia la più grande preoccupazione, e ragione, della mia vita. E forse il fatto che mia mamma non cantasse soltanto Stella Stellina è la risposta. I genitori ci costruiscono come se usassero mattoncini lego fatti di parole, sguardi e pomeriggi domenicali. E canzoni, anche.
La solitudine ho cominciato a capirla presto, la solitudine di per te che ancora notte e già prepari il tuo caffé, la solitudine del pescatore e dell'ultimo sole, la solitudine di Maria tra l'altra gente e di Piero, senza Ninetta ma con Millepapaverirossi. E Ave Maria mi ha sempre trasmesso principalmente questa sensazione di solitudine. Succede spesso con De André però, magari ascoltando distrattamente una canzone per la millesima volta, di vedere improvvisamente una nuova luce nelle parole. La stagione che stagioni non sente, la stagione di essere madre, è qualcosa che prima non riuscivo a capire. Almeno, capivo solo il post, il quando si è madre. Non potevo capire che l'essere madre potesse essere una stagione in sè, al di là dell'esserlo o no. E la parola stagione, con la sua accezione naturale e inevitabile, non aveva per me nessun significato particolare. Non sapevo. E invece da un anno almeno, senza averne desiderio conscio, la notte sogno spesso di essere madre. Sogno di cullare bambini, di essere chiamata mamma, di vestire mia figlia che va a scuola. E allora capisco che questa sia davvero una stagione, che il corpo ci chiama, ci chiede. Questa consapevolezza è sia bellissima sia terribile. Bellissima perché sento di poter amare moltissimo. Terribile perché mi ricorda la mia condizione di "essere", appartenente ad una specie che ha come unico scopo per lo meno certo il riprodursi. Il mio corpo cerca di non farmi dimenticare di questa stagione, è stato programmato per non farmi dimenticare e usa l'amore come esca. Terribile.

2 comments:

Andrea Poulain said...

secondo me si può ascoltare una canzone o sentirla.
la senti al lavoro, quando sei distratto in macchina quando vai di fretta ecc.
ascoltare una canzone è tutta un'altra cosa, la si ascolta con le orecchie si , ma anche col cervello, col cuore.
Io spesso oltre a perdermi nei testi di de andrè, mi perdo nel seguire i colpi della grancassa, del rullante, i giri di basso..
ascolti un pezzo da una vita, e un pomeriggio scopri qualcosa sotto la superficie del "sentire una canzone" che fino a quel momento non avevi mai colto..è come trovare un tesoro..
saluti

millepapaverirossi said...

Hai ragione, è proprio così. Però con De André in particolare non riesco proprio a fare niente, nemmeno cucinare. O canto anch'io, o ascolto!